giovedì 24 maggio 2007

Lotta col cuore!

Sta per partire l'ultima tappa e la tensione aumenta sempre di più!
E' il nostro destino quello di giocarci tutto in una partita, una sorta di roulette russa dove se sbagli sei fottuto.
Siamo abituati a queste situazioni senza appello anche se ciò non basta per viverle serenamente.
Mi piange il cuore quando spesso vedo vagare per il campo maglie senza anima, vuote, che si muovono come un panno steso ad asciugare in una giornata di lieve brezza.
Non è questo lo spirito della Robur! Il nostro dna racchiude un patrimonio di rabbia e ribellione, il rifiuto di accettare regole stantie e un modo di fare sport abilmente codificato da uno stato parruccone e preoccupato solo di tenere tutto sotto controllo.
Chi indossava la maglia a scacchi trovava forze insperate, cancellava la fatica, sputava il sangue per una medaglia senza valore economico ma moralmente di grande importanza.
Non so perchè ma quando mi trovo davanti a situazioni come quella che tutti noi stiamo vivendo mi viene in mente l'epoca gloriosa della S.S. Robur, quella del podismo e del ciclismo.
C'era una corsa molto importante che si disputava di notte, la Siena-Firenze-Livorno, una sorta di campionato mondiale della Toscana.
Le biciclette non avevano la luce davanti, la strada veniva illuminata, in testa alla corsa, dai fari di una macchina che precedeva le squadre.
Avete mai provato ad andare in bicicletta di notte senza fari? Magari passando sulle strade che portano a Volterra?
Ogni curva era un'incognita che veniva affrontata con il cuore in gola, con la paura di andare in un fosso o contro un albero o una casa, ma niente e nessuno riusciva a fermare quelle strane maglie a scacchi che cadevano, si rialzavano e ripartivano.
Molte volte il traguardo di Livorno ha visto trionfare le maglie strappate ed insanguinate della Robur! Oreste Belatti tagliò il traguardo con una clavicola rotta e un occhio tumefatto, coperto di sangue come uno sgrascino. Passò la linea vittorioso insieme ai suoi compagni, si avvicinò a tal Tagliaferro di Livorno che lo aveva mandato a sbattere contro un cipresso e lo sdraiò con un golino. Poi svenne.
Si lo so, i tempi sono cambiati, ma domenica vorrei vedere lo spirito di chi ha creato un mito, una passione infinita che non credo abbia uguali nel mondo del calcio.
La maglia della Robur deve avere sempre un cuore pulsante! E' la storia che lo chiede.
Sono fiducioso, non so perchè, ma sono fiducioso anche se vorrei prendere una pasticca e svegliarmi lunedi mattina.

Tex

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